La Teoria Dell'Equilibrio

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  1. Strider345
     
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    Parte Prima

    Che cos'è l'equilibrio? Innanzi tutto bisogna dire che esso è uno stato in cui non c'è nessun eccesso, nel bene o nel male. L'eccesso è qualcosa che ci porta al di fuori dello stato di benessere, perché in fondo troppo bene rende la vita noiosa, troppo male la rende insostenibile. Perciò, che cos'è l'equilibrio delle cose? E' uno stato in cui ogni cosa è al giusto posto: la Terra sopravvive perché ha un suo equilibrio, l'uomo sopravvive perché ha un suo equilibrio. A parte il fatto che oramai abbiamo alterato questo equilibrio, e stiamo per soccombere a causa nostra, in sostanza è proprio questo che ci permetterebbe di sopravvivere.

    Ma in tutto si può trovare un equilibrio: partendo dal termine fisico, esso è ciò che permette ad un oggetto di rimanere in piedi, o nella sua posizione di quiete. Il baricentro non fuoriesce dalla base di appoggio, l'oggetto è in equilibrio.
    Oltre a ciò, per permettere ad un oggetto di esistere, esso deve stare tra due estremi di equilibrio, al dì là dei quali non esisterebbe. Gli atomi infatti si aggregano, reagiscono rispettando dei precisi legami e tentano sempre di equilibrarsi con le cariche di elettroni. E non solo: i pianeti ruotano intorno al sole rispettando un preciso arco ellittico perché sono equilibrati dalle forze gravitazionali di attrazione e repulsione. Non è tutto: l'occhio umano e l'orecchio umano, percepiscono solo alcuni tipi di radiazioni luminose e lunghezze d'onda sonore: anche qui, riusciamo a percepire tutto ciò che c'è nel mezzo dei due estremi fisici conosciuti. Ma si potrebbe obiettare in questo modo: e l'infinito? Non ha un limite, quindi non si trova nell'equilibrio, quindi è un'incongruenza. Ma chi dice che l'infinito esista? Noi non possiamo concepirlo se non come un nome e una definizione, che tra l'altro non fa nient'altro che ripetere la negazione della prima parola, ossia:"ciò che non ha fine, limiti". L'universo? Chi dice che sia infinito? Anzi, questa ipotesi oramai è quasi esclusa del tutto. I numeri? Molti dicono che siano infiniti... Ma dopo aver riempito tutte le unità di memoria che l'uomo possa mai costruire su cui scrivere un numero dopo l'altro , si arriverà in ogni caso ad un fine, anche se estremamente grande. Perciò.. ritorna il discorso di prima: semplicemente, per alcuni enti non abbiamo ancora trovato un termine, una fine, e tendiamo a considerarli infiniti. Come anche le capacità della mente umana: la mente umana ha un limite fisico, la grandezza del cervello. Esaurite le capacità di calcolo di esso, si arriverà alla fine del pensiero umano, per quanto esso possa essere enormemente espanso.

    Ma passiamo ad analizzare altrimenti: le persone. Che cose rende una persona buona? Il fatto che non faccia mai nulla contro gli altri. Ma questo la renderebbe noiosa oppure senza posizioni. Invece, una persona buona è una persona che fa ogni cosa prendendo le sue posizioni, anche contro gli altri, ma che fa tutto con il giusto rispetto verso gli altri esseri umani. Questo significa essere nell'equilibrio. Non eccedere, ne in un senso, ne nell'altro. Chi uccide i propri simili, perde l'equilibrio, e si macchia di orribili atti. Chi subisce ogni tipo di ingiuria perché non osa contraddire o andare verso i pensieri degli altri, spezza il suo equilibrio, perché diventa una larva.

    La ricerca della felicità in fondo è una frenetica ricerca dell'equilibrio: ci sentiamo veramente bene quando ogni cosa va bene, ma abbiamo sempre il gusto di nuove sfide ogni giorno. Ed essendo nell'equilibrio le affrontiamo con vigore e forza.

    Anche il pensiero di molti filosofi cade nell'eccesso dell'equilibrio, e sostanzialmente, credo sia questo il motivo per cui la filosofia in fondo non ha mai risolto i problemi, ma semplicemente ha sempre invitato la gente a pensare. Cartesio, Leibninz e Spinoza parlano di razionalismo.. secondo loro le idee sono innate, e non serve l'esperienza per inserire nell'uomo la capacità di comprendere il mondo, regolato geometricamente e quindi concepibile grazie all'innatismo della ragione.
    Locke, Hume e Berkley invece parlano di empirismo: tutto ciò che concepiamo deriva dalla ragione e dai sensi. La mente dell'uomo è come una tabula rasa sulla quale vengono scritte le esperienze trasmesse alla mente stessa dai sensi. Il pensiero a cui mi avvicino di più è quasi sicuramente quello degli empiristi. Tuttavia però credo che anch'essi cadano fuori dall'equilibrio: infatti, sono portato a pensare che la verità si trovi in un misto delle filosofie delle due correnti. Senza dubbio ogni conoscenza dell'uomo deriva dall'esperienza, ma allo stesso tempo, senza dubbio l'uomo nasce con uno schema mentale che gli permette di concepire quasi immediatamente dopo la sua nascita che un "triangolo ha tre angoli e tre lati". Questo schema mentale è dato dalla ragione, che non contiene contenuti innati (scusate il gioco di parole), ma semplicemente è lo schema mentale di cui parlavo precedentemente, lo schema che dona all'uomo la capacità di pensare seguendo ragionamenti logici. Lo schema mentale della ragione è dato dalla conformazione fisica del cervello umano: enzimi, proteine, reazioni chimiche. E questa è l'unica forma di materia di cui il nostro cervello nel nostro universo è composto. Non si può escludere che esistano altri universi, con altri tipi di materia, con altre realtà non composte da atomi. Anche questo è equilibrio: pensare che ci possa essere qualcos'altro oltre alla realtà che conosciamo noi.

    Non ho volutamente trattato i temi religiosi di cui parlano molti filosofi citati prima, perché credo che sia una delle forme di disequilibrio più incredibili portate dall'uomo. Ma anche questo forse rientra nell'equilibrio delle cose stesse, forse senza quelle dottrine religiose io non sarei mai stato qui a produrre questi pensieri, perché il mondo si sarebbe evoluto in modo diverso, i miei genitori magari non si sarebbero mai incontrati, io non avrei potuto nascere e crescere con il pensiero che ho attualmente.

    Equilibrio... questa è la parola chiave.

    (Mi scuso per le ripetizioni della parola stessa)


    Parte Seconda


    Riapro il capitolo dell'equilibrio. Precedentemente ho affermato che il modo migliore di vivere è nell'equilibrio, in ogni singola e anche più piccola cosa. Tuttavia, nell'esperienza di vita normale, comune, ogni tanto ci si rende conto che non si riesce proprio a rimanere nell'equilibrio, a non eccedere sia nel bene che nel male: anzi, a volte quasi si vuole cadere molto in basso oppure cercare di andare sempre più in alto fino a cadere. Cosa spinge l'uomo a fare questo? L'uomo ogni tanto ha bisogno di smuovere la sua condizione per non cadere nella noia. Noia intesa come assenza
    di cambiamento, di mutamento, che condiziona la vita stessa. Ogni tanto probabilmente abbiamo bisogno di darci "una scossa di vita", liberandoci a qualche eccesso. Qualche eccesso, se non eccessivo, scusate il gioco di parole, è necessario. Un eccesso eccessivo è sempre ciò che comporta l'assenza di vita, o la troppa vita. L'assenza di vita è facile da concepire, è semplicemente la morte. Ma la troppa vita cosa potrebbe essere? Una persona può cadere nello squilibrio per troppa vita? Si, ma prima bisogna capire cosa si intende per "troppa vita", che molti potrebbero concepire come molta salute, soldi, famiglia felice: essa non è un eccesso, ma semplicemente il frutto di una vita vissuta nel perfetto equilibrio. La troppa vita che viene intesa qui richiama il concetto della noia: una persona che per paura di eccedere nell'altro senso non si concede nulla, vive una "troppa vita", cioè una vita senza emozioni, che lo portano al tedio e alla noia, e magari anche alla morte stessa.
    Insomma, sembra necessario eccedere ogni tanto: non per tutti è così ovviamente ma molte persone vivono nelle eccedenze, dandosi alla cosiddetta "pazza gioia", rovinandosi magari.

    Per quanto riguarda le mie esperienze personali, non sempre è stato facile vivere nell'equilibrio ultimamente: mi è capitato di non guardare più ciò che avevo intorno e non rendermi conto di quanto fosse stupendo, andando a tirare fuori dalla mia testa paure e dubbi pressochè infondati. Questa lo considero un eccedenza, perchè ho rischiato di perdere molto. Fortunatamente non è stato così, molto mi legava alla persona in questione. Tuttavia, non sono riuscito subito a rientrare nell'equilibrio: mi è servito un aiuto esterno. Ma le sensazioni che ho provato erano molto strane: confusione, dolore, rabbia verso me stesso, perchè proprio io che tento di razionalizzare e concepire il pensiero umano, vengo travolto dalle mie stesse "teorie" che vado qui farneticando.
    Ora ho comunque ritrovato il mio equilibrio e intendo mantenerlo.

    Generalmente il pensiero umano è frastagliato da varie sfaccettature: il carattere di una persona si forma di un incredibile numero di comportamenti e abitudini, emozioni e sentimenti. Anche il pensiero umano ovviamente viaggia nell'equilibrio: una persona con una mentalità aperta per esempio attua un ottimo modo per mantenere la giusta stabilità. Quando una persona non attua nessuna generalizzazione, razzismo, intolleranza, disprezzo, odio, rancore, ma al contrario guarda solo i casi particolari, accetta ogni etnia, è tollerante con tutti, non disprezza una razza, non odia nessuno, non tiene rancore per qualcuno che ha fatto un torto, dimostra di possedere una grande dose di equilibrio. Ma è difficile: ogni giorno si sentono casi in cui una razza sforna nuovi mostri che arrivano in Italia e compiono atti orribili; è facile dire: "ammaziamoli tutti". E' facile dire: "è una razza brutale". E' più difficile invece fare questo ragionamento mentale: "ok, molti di quella razza si comportano male, sono egoisti, sfrontati, assassini, ladri, arroganti, ma non ha senso dire che tutti sono così". Questa è un'ottima forma di equilibrio mentale. Con questo ovviamente non sto dicendo che bisogna dare fiducia a chiunque: come bisogna guardarsi bene da un albanese che si incontra per strada di notte, allo stesso modo bisogna farlo da un'italiano. E così via...

    Il discorso non si chiude qui.

    http://mc-rima.blogs.it/?tag=teoria+dell%27equilibrio
     
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  2. Maailman loppu
     
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    Premetto che io sono convinta che esista un equilibrio a livello universale, anche se secondo me ci sono fenomeni che secondo la scienza "deviano" dall'equilibrio stabilito da leggi e teoremi. Ma proprio perchè l'equilibrio universale percepito da noi è basato solo sul pensiero umano, che come dice Strider è limitato a diverse migliaia di cellule, i neuroni, che hanno un potere limitato, per quanto relativamente vasto, noi non potremo mai comprendere fino in fondo quale sia l'equilibrio che regola l'Universo. In campo strettamente umano e fisico, premetto che io percepisco l'esistenza umana, come una serie di impulsi (fame, impressione di benessere, stanchezza, sazietà, entusiasmo, pigrizia, voglia di fare qualcosa, voglia di cambiare, ecc.). L'equilibrio potrebbe essere una sintesi di questi impulsi, e vivere veramente in equilibrio significherebbe saper ascoltare nel modo giusto questi impulsi (talvolta di essi ci dimentichiamo, come nel caso di chi segue diete eccessive per dimagrire e rientrare in un canone estetico, e finisce per farsi del male, o anche solo per chi in una relazione sentimentale è "succube" di un partner che lo maltratta o con il quale la relazione potrebbe considerarsi finita, magari per abitudine o per paura di cambiare, ecc.). Sebbene rientri in un discorso antropologico più ampio e venato di un certo misticismo, consiglio di leggere "Donne che corrono coi lupi" di Clarissa Pinkòla Estès, in cui, anche se in un ambito che potrebbe essere definito femminista, la scrittrice riflette sulla capacità (spesso perduta) di una donna di agire in coerenza con ciò che vuole davvero, delle difficoltà dell'uomo moderno di trovare un punto di accordo tra ciò che la società si aspetta da noi e ciò che la nostra psiche e il nostro corpo ci richiedono per vivere bene.


    CITAZIONE (Strider345 @ 17/9/2007, 13:53)
    Parte Prima




    Ma passiamo ad analizzare altrimenti: le persone. Che cose rende una persona buona? Il fatto che non faccia mai nulla contro gli altri. Ma questo la renderebbe noiosa oppure senza posizioni. Invece, una persona buona è una persona che fa ogni cosa prendendo le sue posizioni, anche contro gli altri, ma che fa tutto con il giusto rispetto verso gli altri esseri umani. Questo significa essere nell'equilibrio. Non eccedere, ne in un senso, ne nell'altro. Chi uccide i propri simili, perde l'equilibrio, e si macchia di orribili atti. Chi subisce ogni tipo di ingiuria perché non osa contraddire o andare verso i pensieri degli altri, spezza il suo equilibrio, perché diventa una larva.

    http://mc-rima.blogs.it/?tag=teoria+dell%27equilibrio

    In questo senso io mi sento molto "socratica": se supponiamo che la vita sia un flusso di eventi, io vedo l'equilibrio come la capacità di saper agire, di saper nuotare in questo flusso compiendo ogni volta il bene nella singola contingenza. Per me questo non un è bene assoluto, ma un'azione coerente con i nostri principi, e non un'azione "buona" in senso totale, ma l'azione che in quel preciso istante può causare il massimo bene nella situazione contingente (notare che alcune azioni possono essere in alcune situazioni le migliori, e in altre possono rivelarsi disastrose, nonostante le buone intenzioni)

    CITAZIONE (Strider345 @ 17/9/2007, 13:53)
    Parte Prima

    La ricerca della felicità in fondo è una frenetica ricerca dell'equilibrio: ci sentiamo veramente bene quando ogni cosa va bene, ma abbiamo sempre il gusto di nuove sfide ogni giorno. Ed essendo nell'equilibrio le affrontiamo con vigore e forza.

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    Esatto. E secondo me l'equilibrio sta nel saper ascoltare cosa davvero vogliamo fare, e saperlo accordare nel modo migliore con ciò che la realtà ci richiede di fare.


    CITAZIONE (Strider345 @ 17/9/2007, 13:53)
    Parte Prima

    Anche il pensiero di molti filosofi cade nell'eccesso dell'equilibrio, e sostanzialmente, credo sia questo il motivo per cui la filosofia in fondo non ha mai risolto i problemi, ma semplicemente ha sempre invitato la gente a pensare. Cartesio, Leibninz e Spinoza parlano di razionalismo.. secondo loro le idee sono innate, e non serve l'esperienza per inserire nell'uomo la capacità di comprendere il mondo, regolato geometricamente e quindi concepibile grazie all'innatismo della ragione.
    Locke, Hume e Berkley invece parlano di empirismo: tutto ciò che concepiamo deriva dalla ragione e dai sensi. La mente dell'uomo è come una tabula rasa sulla quale vengono scritte le esperienze trasmesse alla mente stessa dai sensi. Il pensiero a cui mi avvicino di più è quasi sicuramente quello degli empiristi. Tuttavia però credo che anch'essi cadano fuori dall'equilibrio: infatti, sono portato a pensare che la verità si trovi in un misto delle filosofie delle due correnti. Senza dubbio ogni conoscenza dell'uomo deriva dall'esperienza, ma allo stesso tempo, senza dubbio l'uomo nasce con uno schema mentale che gli permette di concepire quasi immediatamente dopo la sua nascita che un "triangolo ha tre angoli e tre lati". Questo schema mentale è dato dalla ragione, che non contiene contenuti innati (scusate il gioco di parole), ma semplicemente è lo schema mentale di cui parlavo precedentemente, lo schema che dona all'uomo la capacità di pensare seguendo ragionamenti logici. Lo schema mentale della ragione è dato dalla conformazione fisica del cervello umano: enzimi, proteine, reazioni chimiche. E questa è l'unica forma di materia di cui il nostro cervello nel nostro universo è composto. Non si può escludere che esistano altri universi, con altri tipi di materia, con altre realtà non composte da atomi. Anche questo è equilibrio: pensare che ci possa essere qualcos'altro oltre alla realtà che conosciamo noi.
    http://mc-rima.blogs.it/?tag=teoria+dell%27equilibrio

    Riguardo alle teorie filosofiche, e alla conoscenza in genere, Hegel e i teorici della dialettica ad esempio sostengono che un processo (quale ad esempio il processo conoscitivo, la storia, la politica, ecc) si componga di tesi, antitesi e sintesi: nel caso della filosofia gnoseologica possiamo dire che il razionalismo fu la tesi (impulso 1), l'empirismo l'antitesi (impulso 2, diametralmente opposto) e la sintesi Kantiana sia la sintesi, ovvero un punto di equilibrio, e che lo stesso meccanismo si possa trovare in molti campi dell'attività umana. E specialmente nel campo intellettuale e politico, spesso la predominanza di un'idea fa nascere in reazione idee opposte; si giunge poi ad una sintesi delle due, finchè un nuovo pensiero non apporta progressi e cambiamenti.


    CITAZIONE (Strider345 @ 17/9/2007, 13:53)
    Parte Prima

    Non ho volutamente trattato i temi religiosi di cui parlano molti filosofi citati prima, perché credo che sia una delle forme di disequilibrio più incredibili portate dall'uomo. Ma anche questo forse rientra nell'equilibrio delle cose stesse, forse senza quelle dottrine religiose io non sarei mai stato qui a produrre questi pensieri, perché il mondo si sarebbe evoluto in modo diverso, i miei genitori magari non si sarebbero mai incontrati, io non avrei potuto nascere e crescere con il pensiero che ho attualmente.

    http://mc-rima.blogs.it/?tag=teoria+dell%27equilibrio

    Mah, io credo che l'istinto religioso sia una cosa naturale, e quindi a suo potenzialmente armonica. Naturale perchè esiste anche in altri viventi oltre all'uomo (è stato scoperto ad esempio che i gorilla celebrino una sorta di riti funerari, che sono il primo stadio del sentimento religioso), e potenzialmente armonica perchè, quando si pone COERENTEMENTE con il rispetto della Vita e dei suoi principi, il sentimento religioso permette di trovare un "senso" alle proprie azioni, una serie di valori che ci guidano e ci aiutano nella realizzazione del nostro equilibrio personale (pensate ai cosiddetti "illuminati", di qualunque religione). Quando però la religione diventa strumento di controllo sociale, o portatore di guerra, io credo che non solo diventi squilibrio, ma addirittura contraddizione: come puoi celebrare un'Entità Creatrice della Vita seminando morte?




    Parte Seconda


    Riapro il capitolo dell'equilibrio. Precedentemente ho affermato che il modo migliore di vivere è nell'equilibrio, in ogni singola e anche più piccola cosa. Tuttavia, nell'esperienza di vita normale, comune, ogni tanto ci si rende conto che non si riesce proprio a rimanere nell'equilibrio, a non eccedere sia nel bene che nel male: anzi, a volte quasi si vuole cadere molto in basso oppure cercare di andare sempre più in alto fino a cadere. Cosa spinge l'uomo a fare questo? L'uomo ogni tanto ha bisogno di smuovere la sua condizione per non cadere nella noia. Noia intesa come assenza
    di cambiamento, di mutamento, che condiziona la vita stessa. Ogni tanto probabilmente abbiamo bisogno di darci "una scossa di vita", liberandoci a qualche eccesso. Qualche eccesso, se non eccessivo, scusate il gioco di parole, è necessario. Un eccesso eccessivo è sempre ciò che comporta l'assenza di vita, o la troppa vita. L'assenza di vita è facile da concepire, è semplicemente la morte. Ma la troppa vita cosa potrebbe essere? Una persona può cadere nello squilibrio per troppa vita? Si, ma prima bisogna capire cosa si intende per "troppa vita", che molti potrebbero concepire come molta salute, soldi, famiglia felice: essa non è un eccesso, ma semplicemente il frutto di una vita vissuta nel perfetto equilibrio. La troppa vita che viene intesa qui richiama il concetto della noia: una persona che per paura di eccedere nell'altro senso non si concede nulla, vive una "troppa vita", cioè una vita senza emozioni, che lo portano al tedio e alla noia, e magari anche alla morte stessa.
    Insomma, sembra necessario eccedere ogni tanto: non per tutti è così ovviamente ma molte persone vivono nelle eccedenze, dandosi alla cosiddetta "pazza gioia", rovinandosi magari.

    Per quanto riguarda le mie esperienze personali, non sempre è stato facile vivere nell'equilibrio ultimamente: mi è capitato di non guardare più ciò che avevo intorno e non rendermi conto di quanto fosse stupendo, andando a tirare fuori dalla mia testa paure e dubbi pressochè infondati. Questa lo considero un eccedenza, perchè ho rischiato di perdere molto. Fortunatamente non è stato così, molto mi legava alla persona in questione. Tuttavia, non sono riuscito subito a rientrare nell'equilibrio: mi è servito un aiuto esterno. Ma le sensazioni che ho provato erano molto strane: confusione, dolore, rabbia verso me stesso, perchè proprio io che tento di razionalizzare e concepire il pensiero umano, vengo travolto dalle mie stesse "teorie" che vado qui farneticando.
    Ora ho comunque ritrovato il mio equilibrio e intendo mantenerlo.

    http://mc-rima.blogs.it/?tag=teoria+dell%27equilibrio
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    Io penso che l'uomo sia portato all'eccesso da influenze esterne e, come dicevo prima, dal "mancato ascolto" dei propri impulsi; la "noia" che porta al tentativo di divertirsi ad ogni costo è data da determinate situazioni sociali di opulenza e ipocrisia, da logiche della società che impongono di agire contro la voce di se stessi... è per questo che risulta poi difficile ritrovare il proprio equilibrio, ritrovare l'ascolto di ciò che vogliamo veramente. Non dimentichiamo che Freud, che teorizzò il contrasto tra il nostro "id", l'io impulsivo e sensuale, e il nostro "superego", la coscienza che il rapporto con gli uomini e la società determina, e la conseguente frammentazione dell'io che è alla base di scompensi psicologici, si trovò nel corso della sua vita ad assistere ai disagi causati dalla politica di censura e di eccessivo moralismo dell'epoca vittoriana nel Regno Unito...


    Parte Seconda


    Generalmente il pensiero umano è frastagliato da varie sfaccettature: il carattere di una persona si forma di un incredibile numero di comportamenti e abitudini, emozioni e sentimenti. Anche il pensiero umano ovviamente viaggia nell'equilibrio: una persona con una mentalità aperta per esempio attua un ottimo modo per mantenere la giusta stabilità. Quando una persona non attua nessuna generalizzazione, razzismo, intolleranza, disprezzo, odio, rancore, ma al contrario guarda solo i casi particolari, accetta ogni etnia, è tollerante con tutti, non disprezza una razza, non odia nessuno, non tiene rancore per qualcuno che ha fatto un torto, dimostra di possedere una grande dose di equilibrio. Ma è difficile: ogni giorno si sentono casi in cui una razza sforna nuovi mostri che arrivano in Italia e compiono atti orribili; è facile dire: "ammaziamoli tutti". E' facile dire: "è una razza brutale". E' più difficile invece fare questo ragionamento mentale: "ok, molti di quella razza si comportano male, sono egoisti, sfrontati, assassini, ladri, arroganti, ma non ha senso dire che tutti sono così". Questa è un'ottima forma di equilibrio mentale. Con questo ovviamente non sto dicendo che bisogna dare fiducia a chiunque: come bisogna guardarsi bene da un albanese che si incontra per strada di notte, allo stesso modo bisogna farlo da un'italiano. E così via...

    Il discorso non si chiude qui.

    http://mc-rima.blogs.it/?tag=teoria+dell%27equilibrio
    [/QUOTE]

    In ambito umano non si possono fare generalizzazioni, non nel presente, almeno; le possono fare gli storici, valutando epoche passate e concluse, in cui non entrano in gioco nuove variabili ogni giorno; non lo si può fare con un vivente, quale che sia la sua etnia, che ogni giorno vive e rielabora esperienze che lo forgiano attimo per attimo. Ecco perchè non possiamo dire "albanesi tutti criminali" o "scandinavi modello di civiltà e benessere", nè possiamo pretendere di esportare la nostra democrazia e la nostra civiltà, o di fare tutte quelle generalizzazioni che favoriscono l'intolleranza e il pregiudizio.


     
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  3. nottestellata
     
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    Complimenti per l'intervento! é veramente ben scritto, analizza l'equilibrio in modo approfondito e chiaro non solo dal lato filosofico ma anche da quello scientifico, devo ammettere di essere stupita da tanto impegno e dedizione :) bravo davvero. chiusa questa piccola parentesi di complimentazione passo a rispondere al mio primo intervento letto in questo forum:
    "Ma passiamo ad analizzare altrimenti: le persone. Che cose rende una persona buona? Il fatto che non faccia mai nulla contro gli altri."

    su questo punto mi permetto di esporre una piccola precisazione: ciò che rende una persona buona, secondo me, non è il fatto di non fare o dire nulla contro gli altri e di mantenere le proprie posizioni, a parer mio una persona buona deve anche curarsi degli altri volere il loro bene o meglio (per essere più inerenti all'intervento) il loro equilibrio

    "La ricerca della felicità in fondo è una frenetica ricerca dell'equilibrio: ci sentiamo veramente bene quando ogni cosa va bene, ma abbiamo sempre il gusto di nuove sfide ogni giorno. Ed essendo nell'equilibrio le affrontiamo con vigore e forza."

    mi permetto di precisare: la ricerca della felicità secondo me non è la ricerca di equilibrio ma la ricerca di novità .. o meglio, per essere più chiara, è la voglia di apprendere cose nuove però sempre rimanendo nel proprio equilibrio spirituale... colgo l'occasione per collegare la questione alla seconda parte che hai scritto sull'equilibrio cioè quella in cui parli del fatto che l'uomo perda il proprio equilibrio sbilanciandosi nel troppo male e troppo bene perchè se no "la vita sarebbe troppo noiosa per lui"e non penso di essere d'accordo con te o perlomeno penso che occorra una precisazione: la vita sarebbe troppo noiosa per il genere umano se tutti avessero lo stesso equilibrio, però c'è da dire che un uomo singolarmente ha uno e un solo equilibrio ed è questo che secondo me rende il mondo così staordinariamente variegato perchè nessuna persona è uguale all'altra ovvero nessuna persona ha lo stesso equilibrio e questo ci ha portato ad evolverci perchè ci permette di vedere una situazione in tante diverse angolazioni attraverso l'opinione diversa degli altri e quindi ad unire le
    nostre conoscenze e dare vita agli sviluppi in ogni campo culturale, e non solo, avvenuti finora e che penso continueranno ad avvenire finchè esisterà il genere umano

    detto questo chiudo la mia risposta e spero che sia stata sufficientemente chiara e comprensibile (a volte mi esprimo in modo contorto)

    nottestellata
     
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  4. Goldberg
     
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    Grazie
     
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  5. meu87
     
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    Proprio il tema che cercavo. Io CREDO fermamente nell'equilibrio, ogni mia riflessione, termina immancabilmente nella Ricerca dell'equilibrio(in tutte le sue forme). In seguito a questa premessa, sto cercando di approfondire le mie conoscenze sull'argomento. Mi chiedevo se questo "tipo di pensiero" avesse già un nome(in quanto filosofia, religione o movimento che sia) e se sì, quale? Se ci fossero dei "maestri" e/o delle letture mirate, su cui fare affidamento. Saresti davvero gentile, se avessi info da condividere. Grazie, spero in una tua risposta
     
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4 replies since 17/9/2007, 12:53   13011 views
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